Catania

Chiesa di San Giuliano ai Crociferi: la ricostruzione

foto facciata chiesa frontale
Quando si è all’interno di San Giuliano ai Crociferi sembra di essere in uno scrigno. La chiesa ha una pianta centrale. Scavate nelle pareti ci sono quattro nicchie, una piccola cappella e l’altare maggiore. La cupola è dipinta con gli affreschi del pittore catanese Giuseppe Rapisardi. La scena mostra San Berillo, terzo patrono della città, mentre riceve da San Pietro il compito di fondare la Chiesa catanese. Sotto la cupola si trovano quattro finestre. Al di sotto si trovano grate panciute che permettevano alle monache di assistere alle celebrazioni in chiesa.

Via dei Crociferi è una strada lunga poco più di cento metri sulla quale furono costruite alcune delle maggiori architetture barocche catanesi. Tra queste vi è la raffinata chiesa di San Giuliano che fa parte del complesso architettonico dell’ex Monastero delle Benedettine.
Quando l’edificio nella città vecchia, nell’odierna piazza Cutelli, fu spazzato via dal terremoto, fu la badessa Bonaiuto ad iniziare la ricostruzione. Nel 1703 con l’aiuto del fratello, Don Fernando, e del vescovo Riggio, la badessa riuscì a vendere i ruderi dell’antico monastero e il terreno, e avviò la ricostruzione in via dei Crociferi. La vicenda costruttiva fu lunga e complessa.
Nel 1741 quando venne acquistato l’ultimo terreno per realizzare la chiesa, il monastero si componeva del dormitorio, di un parlatorio e di una sacrestia. Giuseppe Palazzotto fu architetto e direttore del cantiere, anche se la tradizione attribuiva a Vaccarini tale ruolo: con ogni probabilità egli fu solamente l’ideatore del progetto.

Una città, due siti

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I sensi raccontano la Chiesa di San Giuliano ai Crociferi

Chiesa di San Giuliano ai Crociferi: la ricostruzione

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I sensi raccontano la Chiesa di San Giovanni Evangelista

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Collegamento con gli altri siti UNESCO

Una lunga ricostruzione

Una città, tre siti

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Un nuovo ingresso per Santa Chiara

La libertà di culto e il ruolo della chiesa cattolica per la diffusione del barocco

Il crocifisso di Burgos

Una facciata protagonista

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La città dei musei

Alla scoperta della chiesa madre

Il cioccolato di Modica

Fontana della Ninfa Zizza, acqua pubblica in città

Una piazza come cuore della città

Un salone per le feste

Rosario Gagliardi, il maestro del Val di Noto

Un nuovo sito per una nuova città

Tanti proprietari, un solo palazzo

Alla ricerca del colore

Un premio Nobel a Modica

Un nuovo palazzo per i signori La Rocca

Una città in miniatura

Un piccolo ambiente dall’ingresso dorato

L’infiorata: la festa dei colori e dei fiori

Modica, una città dalle origini antichissime

L’interno e i suoi capolavori

Un nuovo sito per una nuova chiesa

Alcune opere di pregio

Due illustri santi patroni

La cucina, uno scrigno di colori

La dimensione sovrannaturale della cappella del Santissimo Sacramento

I mensoloni: celebrazione della famiglia Nicolaci

Da San Tommaso a San Giuseppe

Una pavimentazione a colori

Una città a colori

I sensi raccontano Palazzo Napolino Tommasi Rosso

I sensi raccontano il Monastero dei Benedettini e San NicoIò l’Arena

Nuove strade per Catania

I sensi raccontano la Cattedrale di Sant’Agata

Palazzolo in festa

Il Monastero Benedettino, uno dei più grandi d’Europa

I sensi raccontano la Chiesa di Santa Chiara

Il teatro del gusto

Alcuni capolavori

I sensi raccontano Palazzo Nicolaci

Giorni di festa

Un simbolo per la città

Il Ruolo degli Ordini religiosi nella ricostruzione del Val di Noto

Dal contrasto dell’esterno al tripudio di colori dell’interno

Il disastroso terremoto

Il Barocco e la perdita dell’equilibrio del Cinquecento

Le maioliche della scalinata

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I sensi raccontano la Chiesa dell’Annunziata

I sensi raccontano la chiesa di Santa Maria del Carmelo

I sensi raccontano la chiesa di San Giovanni Battista

Il giardino dei Novizi e i restauri di Giancarlo De Carlo