Noto

Dilatazione, spazialità e luce nella chiesa di San Domenico

La planimetria della chiesa di San Domenico, si esprime attraverso la sintesi della tipologia longitudinale e centrale, secondo uno schema a croce greca leggermente allungata.
Questo tipo di spazio è difficilmente riscontrabile nelle chiese siciliane prima di questo momento.La grande area centrale che si viene a formare dall’incrocio tra gli assi, ospita la cupola collocata in corrispondenza della seconda arcata, che si innesta su quattro pilastri a forma di croce. Questi vengono smussati lateralmente, al fine di creare un ottagono irregolare che sostenga la cupola.
L’interno è suddiviso in tre navate e, intorno allo spazio centrale inscritto nella cupola, si aggregano altri ambienti liturgici.In questa architettura si ritrova il tema compositivo della nicchia posta all’ingresso che si apre direttamente sulla navata centrale, giustapposta alla zona presbiteriale di forma quadrata.
L’illuminazione degli spazi diagonali che si vengono a formare, è risolta con uno schema autonomo dall’alto; il Gagliardi inserisce cosi una struttura secondaria di colonne e archi sui quali potere appoggiare le cinque cupolette riccamente affrescate .

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Un premio nobel a Modica

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Viste negate, viste conquistate: il potere delle benedettine devote

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Le due chiese

Il palazzo di città

La libertà di culto e Il ruolo della chiesa cattolica per la diffusione del barocco

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L’inizio di un’autentica concezione barocca

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L’arte nel duomo

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L’architettura religiosa

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La cappella neogotica del seminario: simboli, luce e spazialità

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L’illusione della luce, lo sfarzo decorativo

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