Catania

I sensi raccontano il Monastero dei Benedettini e San NicoIò l’Arena

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Odori e profumi dalle cucine

Proviamo ad immaginare gli odori provenienti dai sotterranei delle cucine che risalivano fino ai piani superiori e agli spazi collegati ai due refettori.
È in uno di questi spazi, destinati alla preparazione di ricche pietanze, che svetta la prodigiosa macchina della cappa settecentesca chiamata “il fornetto”, eretta sopra l’antica colata lavica del 1669.
La cucina era uno degli ambienti più importanti per la vita del monastero: una fabbrica che doveva sfamare un ingente numero di monaci, proprio come in un altro piccolo mondo all’interno del colossale monastero.

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Lava e marmo

Tra gli elementi più caratteristici del monastero dei benedettini spicca, senz’altro, la forte bicromia dei materiali principali usati per costruirlo.
Proviamo a toccare una colonna di marmo dello scalone e uno dei gradini in pietra lavica che conducono alla biblioteca, noteremo subito quanto siano diversi tra loro.
Se li toccassimo avvertiremmo immediatamente la differenza tra i due materiali: il marmo liscio senza imperfezioni superficiali e la porosità e la ruvidezza della pietra lavica.

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Canti e preghiere

La vita dei monaci benedettini era scandita dalla ferrea regola del Ora et Labora.
Le giornate erano organizzate attraverso una serie di attività: la preghiera, il lavoro e lo studio. I monaci neanche di notte o al mattino presto erano esonerati dalla preghiera; essi, infatti, si riunivano nella cappella notturna, il cosiddetto coro di notte, e intonavano cori e orazioni al Signore.

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Wow che colori!

Quando si pensa ad una cucina, viene in mente un luogo ricco di cibo, pulito, pieno di pentole e cucchiai.
Questo per le cucine normali, banali… perché se si parla della cucina del monastero, la prima cosa a cui si pensa sono i colori del pavimento e della struttura centrale: un trionfo di bianco, blu, giallo, verde e arancione.

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Buon appetito

La cucina preparava gustosi pranzi e cene tutti i giorni. In particolare, il pranzo del Capodanno 1785 aveva un menù che prevedeva gustosissimi piatti.
Come primi piatti furono preparati i gamberi, il pesce spada e una minestra di pasta e pesce; per secondo fu servito il merluzzo e il pesce luna con salsa di erbette e alici; a seguire cavolo con tonnina e uova.
La cena si chiuse con una crema, accompagnata da frutta finale, in questo caso la mela.
Un pranzo di tutto rispetto, buono e ricco di ogni nutrimento: possiamo dire che i monaci non si facevano mancare proprio nulla!

Le due chiese

Dal tardo-gotico a noi

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Il Monastero Benedettino, uno dei più grandi d’Europa

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Da San Tommaso a San Giuseppe

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Una lunga ricostruzione

Alla scoperta della chiesa madre

I sensi raccontano il Monastero dei Benedettini e San NicoIò l’Arena

Alcune opere di pregio

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Alcuni capolavori

La pietra calcarea, il colore dell’armonia

Un palazzo parlante

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Una pavimentazione a colori

Un nuovo sito per una nuova chiesa

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L’interno e i suoi capolavori

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Un trionfo di colori

San Sebastiano, quanto lavoro!

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Le àbsidi normanne

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Nuove strade per Catania

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Un nuovo ingresso per Santa Chiara

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Dal contrasto dell’esterno al tripudio di colori dell’interno

I sensi raccontano Palazzo Napolino Tommasi Rosso

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Un museo per non perdere la tradizione

I signori Barresi-Branciforti

Tanti proprietari, un solo palazzo

Un simbolo per la città

I sensi raccontano la Chiesa dell’Annunziata

Un piccolo ambiente dall’ingresso dorato

I sensi raccontano la Chiesa di San Giovanni Evangelista

I mensoloni: celebrazione della famiglia Nicolaci

Il cioccolato di Modica

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Collegamento con gli altri siti UNESCO

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Un premio Nobel a Modica

Una facciata protagonista

Alla ricerca del colore

Il disastroso terremoto

L’infiorata: la festa dei colori e dei fiori

La cucina, uno scrigno di colori

I sensi raccontano la chiesa di San Giovanni Battista

I colori della Cattedrale

I sensi raccontano la Chiesa di San Sebastiano

Il teatro del gusto

I sensi raccontano la Chiesa di San Benedetto

I sensi raccontano Palazzo La Rocca

Una città, due siti

Un nuovo sito per una nuova città

San Benedetto: un gioiello riaperto al pubblico

Un nuovo palazzo per i signori La Rocca

La festa di San Giacomo

Due illustri santi patroni

Un salone per le feste

Una piazza come cuore della città

La libertà di culto e il ruolo della chiesa cattolica per la diffusione del barocco

I sensi raccontano la Chiesa di Santa Chiara

Una festa solo per Scicli

Giorni di festa

La città barocca sul mare

Splendide rapide decorazioni

La facciata come il teatro dell’opera dei pupi

Sant’Agata e le candelore

Tra il bianco e il nero

Fontana della Ninfa Zizza, acqua pubblica in città

Una città, tre siti

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La dimensione sovrannaturale della cappella del Santissimo Sacramento

Una città a forma d’aquila

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Il Barocco e la perdita dell’equilibrio del Cinquecento

Badia Sant’Agata, quanto carattere!

Militello, storia di un feudo illuminato

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Il Ruolo degli Ordini religiosi nella ricostruzione del Val di Noto

I sensi raccontano la Chiesa di San Giuliano ai Crociferi

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Chiesa di San Giuliano ai Crociferi: la ricostruzione

Un progetto di Vincenzo Sinatra