Caltagirone

La Madonna dei Conadomini e l’arte della devozione

La preziosa opera fu portata a Caltagirone dalla nobile famiglia dei Campochiaro e donata alla Chiesa Madre alla fine del XVI secolo. L’opera è formata da due lati entrambi dipinti, ovvero due icone o “cone”. Durante le celebrazioni l’opera veniva esposta dal lato del Cristo, chiamato anche Dominus da cui la denominazione Cona Domini: ogni volta che la città era colpita da calamità naturali o altri mali, veniva mostrato il lato della Vergine affinché i fedeli potessero venerarla attendendo il miracolo.Un capolavoro talmente importante e sentito dalla comunità che, nel 10 luglio del 1644, fu dichiarata patrona della città con atto pubblico e fu incoronata di aurea corona il 31 maggio da monsignor Luigi Bignami, giorno in cui tutt’oggi viene celebrata.
La Festa della Madonna di Conadomini si celebra in maniera particolarmente solenne culminando con l’offerta dei doni della terra a seguito di una grande processione. Durante la processione sfilano i carri e i trattori dei contadini addobbati con la “Rusedda”, ovvero dei fasci di cisto, accompagnati dal suono delle brogne, grandi conchiglie trasformate in strumenti a fiato dal suono cupo. Il corteo, preceduto da un vessillo detto “triunfu” con l’immagine sacra della Madonna di Conadomini, sale i centoquarantadue gradini della monumentale e variopinta Scala di Santa Maria del Monte che si colora anche dell’ infiorata , come solenne e devoto omaggio della città verso la sua copatrona.

Il trionfo del barocco: dilatazione degli spazi

Le opere nella chiesa

Il Barocco e la perdita dell’equilibrio del Cinquecento

Spazialità dilatate, stucchi e luci colorate

Un premio nobel a Modica

I sensi raccontano Palazzo Zacco

L’Infiorata di Noto, una tradizione moderna

Akrai e Siracusa: un legame indissolubile

L’arte nel duomo

Il Monastero dei Benedettini

Città e natura

Rinascita e urbanistica della città di Noto

Il giardino dei novizi e i restauri di Giancarlo De Carlo

Maestosità degli esterni, grandiosità degli interni

Il Monte delle Prestanze nel nuovo impianto urbanistico

I sensi raccontano il Monastero dei Benedettini e la Chiesa di San Nicolò l’Arena

Dalla fine del mondo alla rinascita dalle macerie

I sensi raccontano la Chiesa di San Paolo

La chiesa di San Giuliano ai Crociferi

La scalinata degli angeli

Il teatro greco più piccolo del mondo

Il Duomo di San Giorgio

Una città, tre siti

Scenografia, luci e colori della cattedrale

Luminosi spazi sacri

L’interno e le opere d’arte

Il palazzo Trigona di Canicarao

Dilatazione, spazialità e luce nella chiesa di San Domenico

Viste negate, viste conquistate: il potere delle benedettine devote

Il palazzo, la città, la chiesa

Barresi-Branciforte: i signori del feudo e l’ammodernamento della città

La chiesa e il collegio

I sensi raccontano la Chiesa di Santa Maria del Monte

La chiesa e il monastero

La chiesa della Madonna della Stella

Fontana della Ninfa Zizza: acqua pubblica in città

Insolite iconografie: il Crocifisso di Burgos

La dilatazione dello spazio e la realtà in divenire

Gli interni: luci diffuse e cimeli bizantini

La Madonna dei Conadomini e l’arte della devozione

La libertà di culto e Il ruolo della chiesa cattolica per la diffusione del barocco

Il convento dei frati francescani

Piazza Duomo, la fontana dell’elefante: il cuore della città

La città nella città

Militello: storia di un feudo illuminato

Storia di una rinascita

La chiesa di Santa Maria del Monte

I sensi raccontano Palazzo Ducezio

L’inizio di un’autentica concezione barocca

Il palazzo dei Due Mori

I sensi raccontano Palazzo Trigona

I sensi raccontano la Chiesa di San Giovanni Evangelista

Gli articolati spazi interni

L’illusione della luce, lo sfarzo decorativo

La cappella neogotica del seminario: simboli, luce e spazialità

I sensi raccontano la Chiesa di San Michele

La città a forma d’aquila

La chiesa di San Giovanni Evangelista

Lo scrigno di austerità sotto la grande cupola

La badia di Sant’Agata

Gli altari, i santi e le opere scultoree

La città di Modica tra natura e urbanistica

San Domenico e la firma del Gagliardi

La casa-museo Antonino Uccello

Un giardino di pietra

I sensi raccontano Palazzo Beneventano

I sensi raccontano il Duomo di San Giorgio

Geometria e meraviglia nell’architettura civile nel barocco del Val di Noto

Scicli, città dalle barocche scenografie

Le due chiese

La ricostruzione dopo il terremoto

I sensi raccontano la Chiesa Santuario di Santa Maria della Stella

Il palazzo della cancelleria: dall’ex stalla alla famiglia Nicastro

La Madonna delle Milizie: unicità della vergine guerriera

Il dinamismo della Chiesa di San Michele

La chiesa di San Nicolò l’Arena: maestosità di una bellezza incompiuta

L’arte delle maioliche

I sensi raccontano il Duomo di San Giorgio

Palazzo Zacco, tra sobrietà e decoro

I sensi raccontano la Chiesa di San Carlo ed ex collegio dei Gesuiti

I sensi raccontano il Duomo di San Pietro

La creatività barocca: i soggetti ricorrenti

I sensi raccontano la Chiesa di San Domenico

Le nuove strade della città

I sensi raccontano Palazzo della Cancelleria

Un patrimonio di opere votive

Un progetto unitario per la città di Catania

Sant’Agata e le candelore

Gli interni della chiesa: spazialità e colori

I sensi raccontano la Cattedrale di Sant’Agata

Un nuovo sito per la chiesa di San Giorgio

Scenografia e devozione per Sant’Agata

Verticalità e dinamismo della facciata della Chiesa di San Carlo

Palazzo Trigona: un edificio dalla forma complessa

I sensi raccontano la Chiesa della Badia di Sant’Agata

L’architettura religiosa

La chiesa di San Francesco

La biblioteca dei benedettini

Un compromesso tra neoclassicismo e barocco

La chiesa di San Paolo

I sensi raccontano la Chiesa di San Giuliano ai Crociferi

La chiesa di San Benedetto

Il palazzo di città

Virtuosismi, decorazioni e altari

Uno scrigno di opere preziose

I sensi raccontano la Chiesa di San Benedetto