Il grande presbiterio

Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali

Nello splendore di questo Tempio che rievoca, religiosamente, tra una commistione di diverse influenze artistiche classiche, bizantine e arabe, la sontuosità di una domus aurea con i suoi centotrenta quadri a fondo oro, che si dispiegano in tutti gli ambienti della Cattedrale, fascino e bellezza si riscontrano anche nel pavimento musivo.
Purtroppo, sono giunti fino a noi pochi esempi della sua originaria stesura, in quanto fu oggetto di rifacimenti, dapprima, durante il corso del XVI secolo, in seguito all’incendio del 1811 come si evince dalle parole dell’abate Domenico Benedetto Gravina nel suo scritto sul Duomo di Monreale risalente alla seconda metà dell’Ottocento “Però è da notarsi, che la più parte di quei, che oggi esistono, siano stati fatti dopo l’incendio del 1811.
Di anteriori ve ne hanno assai pochi, e forse nessun pezzo rimonta all’epoca normanna”.
Una dettagliata testimonianza risalente, agli anni Quaranta del XVI secolo riportata da frate Leandro Alberti rammenta l’anteriore presenza di soggetti antropomorfi e fito zoomorfi che popolavano il pavimento tavolato della Basilica, questi ultimi oggi non più visibili se non, nel motivo di quattro lepri inscritte in un cerchio davanti alla protesi e in alcuni tratti del rivestimento lapideo che occupa la Campata di San Luigi,sul lato sinistro del presbiterio, fino all’ingresso della fastosa Cappella del Crocifisso. Questa zona del Duomo conserva la maggior parte del materiale lapideo antico, anche, figurato, verosimilmente riconducibile all’opera di maestri che operarono all’epoca di Guglielmo II .
Lo stile dominante è quello bizantino cassinese , a differenza di quello islamico , incontrastato protagonista del tappeto musivo degli altri ambienti dell’edificio religioso che si alterna alla componente romana di derivazione cosmatesca presente nelle fasce e campiture.
Nel grande presbiterio e nel post presbiterio , la decorazione pavimentale è quasi del tutto costituita da motivi islamici, abilmente coniugati allo stile cosmatesco impresso nella decorazione geometrica delle zone residuali.L’ala destra del presbiterio, ove si situa la Campata dei Guglielmi, richiama i pannelli pavimentali della Cappella Palatina .In questo spazio, interessato dai restauri eseguiti tra il XV e il XVI secolo riporta, con probabilità, elementi di reimpiego del pavimento originario.
Nella fascia pavimentale antistante il presbiterio si riscontra, ancora una volta, una commistione tra stile islamico nei disegni e geometrie cosmatesche.

Le trasformazioni nei secoli

Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano

Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon

Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie

La madonna Odigitria

Ricognizione delle tombe reali

L’impronta del re

Un soffitto mirabile

Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro

L’Ecclesia munita

Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo

Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche

Le torri e la facciata occidentale

Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale

Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica

Un popolo venuto dal Nord

L’area del Santuario

La grande restaurazione

La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici

La Cattedrale di Gualtiero

Il progetto originario

Oltre l’armonia delle proporzioni

Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico

La Bibbia scolpita su pietra

La cappella di san Benedetto

La facciata decorata

Un palinsesto della Storia

Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali

I mosaici delle absidi

Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari

Una controversa interpretazione

Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme

Il cimitero dei re

Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo

La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente

La navata più lunga

I mosaici del Presbiterio

Una nuova cattedrale

Un chiostro dalle accentuate varietà stilistiche

La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale

La cappella dei Re

Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli

I sarcofagi in porfido: regalità e potere

Un albero pieno di vita

Le funzioni di culto

I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia

Le decorazioni interne

Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio

L’inizio del cantiere

La Bibbia di Pietra

Il disegno strategico di Ruggero II

L’equilibrio tra architettura e luce

Uno spazio tra visibile ed invisibile

La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale

Elementi artistici nella nave di Pietro

Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo

La decorazione musiva

Le cattedrali dei Re

Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede

Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite

La cappella ritrovata

Il coro: cuore pulsante della cattedrale

Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme

La Cappella di S. Maria Maddalena

Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate

La quadratura del cerchio

Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne

La cattedrale nei secoli

La cappella perduta

Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli

Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo

Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale

Il portico meridionale

La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo

Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale

La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio

Da Moschea a Cattedrale

Palermo felicissima urbe

Due torri inizialmente simili, variate nel tempo

Sotto le crociere del Bema

Le navate laterali

Il substrato culturale attraverso il tempo