Gli ambiti interni

Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme

Soffermarsi al centro della navata principale invita ad intraprendere un caleidoscopico viaggio, attraverso il tempo, a partire dalle otto arcate che si susseguono, su ciascun lato del corpo longitudinale, sorrette da diciotto colonne di pari altezza, ad eccezione delle due colonne prossime all’ingresso e della seconda colonna situata sulla destra.
L’equilibrata successione del granito grigio, intriso di sfumature rossicce, che compone il fusto monolitico di diciassette colonne si distingue dal marmo cipollino grigio, con venature verdi, di cui è costituita la prima colonna a destra dell’entrata occidentale, aggiunta nel 1356 e ricollocata, nell’attuale posizione, nel primo trentennio del XIX secolo. Questo ordine, non lasciato al caso, nel quale ogni minima differenza, in altezza dei fusti, viene compensata, con tacita complicità, dalle dimensioni degli zoccoli , durante il regno di Guglielmo II doveva apparire ancora più uniforme.

portale del duomo di Monreale
Il portale del duomo di Monreale è un esempio di reimpiego di marmi antichi; è composto infatti da marmi di spolio: marmi greci, marmo pario e marmo proconnesio. La sua forma è cuspidata e presenta quattro ghiere ogivali. E’ riccamente decorato da fasce con motivi figurati, geometrici, altri astratti a rilievo, e tarsie in opus sectile con poligoni stellati. In questo portale antico è incastonata la porta bronzea dell’artista Bonanno Pisano che si era già distinto a Pisa dove aveva ideato le perdute porte bronzee della cattedrale di Pisa. La paternità dell’opera di Monreale è data anche dall’iscrizione “Anno / D(omi)ni / MCL / XXXVI / i(n)dictio(n)e / III Bon(n)a / nus ci / vis Pis / anus / me fe / cit”. La porta bronzea di Monreale, a due battenti scolpiti a rilievo o ageminati, è stata fusa e poi giunta in loco nel 1185 (1186 secondo l’indizione). Nelle 44 formelle sono rappresentate nei cinque registri inferiori, scene dell’Antico, nei cinque superiori, scene dal Nuovo Testamento. Essendo una sorta di Biblia pauperum, i due registri sono uniti dalla rappresentazione dei dodici profeti. Ulteriori formelle si trovano in basso con coppie di leoni e grifoni che si affrontano e in alto con Maria e Cristo in gloria. La porta è anche detta del Paradiso, attraversarla significava giungere allo splendore della Gerusalemme Celeste e poter godere della bellezza e magnificenza dei mosaici. Come la maggior parte delle porte bronzee dell’epoca, sicuramente anche quella progettata da Bonanno era rettangolare ma fu adattata al portale con coronamento a sesto acuto. Questo potrebbe essere il motivo per cui le raffigurazioni in alto con la Madonna in Gloria e Cristo in Gloria, sono in parte nascoste dal portale. Il portale è stato quindi realizzato prima delle formelle del Pisano.

In questa organica prospettiva che avvolge i sensi già varcando la soglia della porta del Paradiso realizzata da Bonanno Pisano , non possiamo evitare di soffermarci sulle composte decorazioni a foglie d’acanto dei capitelli corinzi , inaspettatamente, interrotte dal dinamismo dei capitelli figurati. Essi, di maggiori dimensioni rispetto ai primi e disposti, senza un ordine predefinito, sulla sommità di colonne di diametro più ridotto, si distinguono per la presenza di imagines clipeatae racchiuse tra cornucopie. La scelta che riprende la tradizione della basilica a colonne nel Duomo di Monreale, fu già utilizzata nella Cattedrale di Cefalù, presa a modello per la diposizione e le proporzioni della navata centrale. L’esempio si basa sulla tradizione architettonica risalente agli inizi dell’epoca cristiana e ripresa nell’XI, secolo negli edifici religiosi benedettini e cluniacensi.
La presenza di colonne e capitelli provenienti da spolio e reimpiegati nella Fabbrica, diventa segno tangibile della volontà dei tempi, per il re e per il clero, di sottolineare l’avvento culturale dell’Occidente cristiano.

La madonna Odigitria

Un soffitto mirabile

Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica

La cappella perduta

Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo

Un popolo venuto dal Nord

Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate

Il progetto originario

La facciata decorata

Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo

Il cimitero dei re

Oltre l’armonia delle proporzioni

Una controversa interpretazione

La Cappella di S. Maria Maddalena

Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico

La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale

I mosaici del Presbiterio

Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo

Uno spazio tra visibile ed invisibile

Un albero pieno di vita

Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano

La quadratura del cerchio

Le torri e la facciata occidentale

Elementi artistici nella nave di Pietro

L’area del Santuario

Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale

Il portico meridionale

La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio

La grande restaurazione

La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale

I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia

Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche

I sarcofagi in porfido: regalità e potere

Le decorazioni interne

Un chiostro dalle accentuate varietà stilistiche

L’equilibrio tra architettura e luce

Il substrato culturale attraverso il tempo

Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme

La Cattedrale di Gualtiero

Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro

Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale

Una nuova cattedrale

Da Moschea a Cattedrale

Le funzioni di culto

Le cattedrali dei Re

Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite

Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli

Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede

Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme

Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie

La Bibbia di Pietra

Le trasformazioni nei secoli

La cattedrale nei secoli

La cappella ritrovata

Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne

Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo

I mosaici delle absidi

La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente

L’Ecclesia munita

Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli

Ricognizione delle tombe reali

Sotto le crociere del Bema

La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici

La navata più lunga

Un palinsesto della Storia

La cappella di san Benedetto

Due torri inizialmente simili, variate nel tempo

La decorazione musiva

Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari

L’inizio del cantiere

Il coro: cuore pulsante della cattedrale

Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali

La Bibbia scolpita su pietra

Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio

La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo

Il disegno strategico di Ruggero II

Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon

Le navate laterali

Palermo felicissima urbe

Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale

La cappella dei Re

L’impronta del re