La Cappella Palatina
La pavimentazione

Il pavimento in opus sectile della Cappella Palatina

La pavimentazione della Cappella Palatina è realizzata in opus sectile , composto da minuscole tessere marmoree, di diversi colori e svariate sfumature; i grandi tondi di porfido omphalos derivano da sezioni circolari di colonne antiche di spoglio.Nel pavimento, emblema del sincretismo del periodo normanno, convivono schemi reticolari complessi che, intrecciandosi, formano poligoni stellati, elementi tipici dell’architettura nord africana ed egiziana del XII secolo e l’opus sectile, dalla tradizione musiva bizantina.Se la tecnica è orientale, le forme e gli stilemi sono di gusto islamico, infatti si pensa che abbiano lavorato, insieme, sia maestranze campano-bizantine , già sperimentate nel Duomo di Salerno, sia artigiani islamici o comunque provenienti dall’area del Mediterraneo.
Il pavimento si caratterizza per la suddivisione a riquadri a motivi geometrici in cui ricorrono intrecci, nastri, elementi triangolari e circolari, poligoni stellati e quincunx o quinconce.Quest’ultimo, come suggerisce la parola, è una disposizione di cinque unità e si configura con una sfera centrale e quattro laterali ai vertici.
Il motivo, di origine bizantina, è stato utilizzato, maggiormente, nei mosaici cosmateschi .Anche la pavimentazione si inserisce nel programma ideologico e politico di Ruggero II, esplicato tramite la decorazione della Cappella, tanto che, tra i marmi più utilizzati, c’è sicuramente il porfido che, al pari della porpora, per il suo colore acceso, era appannaggio degli imperatori orientali, poiché simbolo ideale di potenza e regalità. Altre tessere, come quelle di colore bianco, sono in marmo calcare locale. La stessa decorazione a opus sectile del pavimento, è presente nell’ordine inferiore delle pareti delle navate laterali, dove continua il dialogo tra la cultura occidentale e quella orientale. Un nastro con decorazione a palmette stilizzate, di ascendenza islamica, presente anche nel Duomo di Monreale , unisce e fa da cesura tra l’opus sectile ed mosaici bizantini dell’ordine superiore delle navate.

Il tetto del Paradiso: una delle opere più rappresentative dell’arte medievale

I sensi raccontano la decorazione barocca

I sensi raccontano il soffitto

I sensi raccontano il contesto storico la martorana

L’oro e la luce: lo splendore dei mosaici della Cappella Reale

I sensi raccontano la Zisa nei secoli

Il pavimento in opus sectile della Cappella Palatina

Stili diversi e trasformazioni, per una “delle più belle costruzioni che si possono vedere”

Un crescendo architettonico

Intrecci di saperi nella Palermo normanna

La conquista normanna della Sicilia e la nascita di un nuovo regno latino

Le decorazioni

Il palazzo ritrovato

La dedica dell’Ammiraglio

L’involucro architettonico: la pianta a croce greca orientata verso la luce

Dall’oblio al recupero della memoria

I sensi raccontano l’architettura e le decorazioni

Dal terremoto al crollo

I sensi raccontano il contesto storico

Il soglio reale

Il Palazzo che fu dei re

I sensi raccontano la pavimentazione

Il ritorno dell’acqua

Il Cassaro

I sensi raccontano il ciclo musivo

I sensi raccontano l’architettura esterna e l’impianto originario

I sensi raccontano il contesto storico Zisa

I mosaici delle navate

I sensi raccontano l’archittetura

L’esterno barocco

La cappella di San Pietro nel Real Palazzo

Lo spazio architettonico

La nascita del regno normanno

L’antico convento della Martorana, storia di devozione e tradizione

La veste architettonica e le trasformazioni nel tempo

Un edificio costruito in un breve spazio di tempo

I restauri

La splendida Zisa e il suo giardino: solacium regi tra suoni, colori e profumi

La pavimentazione: forme, motivi e iconografia

Forme e colori del soffitto ligneo

Le decorazioni del campanile

L’interno della chiesa

I mosaici del transetto e delle absidi

I loca solatiorum: dimore per lo svago, il benessere e la caccia

Il parco del Genoardo, il giardino dei piaceri e della meraviglia

L’interno barocco

I sensi raccontano l’interno

I sensi raccontano i restauri

Il ciclo musivo, un cammino ascendente verso la luce