L'interno
La chiesa di santa Maria dell'ammiraglio

Il ciclo musivo, un cammino ascendente verso la luce

I mosaici di Santa Maria dell’Ammiraglio, ascrivibili a maestranze bizantine, ricoprono gran parte delle pareti e delle volte. Nonostante l’impianto originale sia stato intaccato, dai rimaneggiamenti effettuati tra il 1500 e il 1700, il ciclo musivo della Martorana è sicuramente tra i meglio conservati dell’epoca. Ad accogliere il fedele, sono collocati i due mosaici, con le scene che rappresentano l’ ammiraglio Giorgio D’Antiochia, inginocchiato davanti la Madonna

madonna
Il pannello musivo con la dedica del fondatore, Giorgio di Antiochia, si trovava sicuramente nel nartece che, alla fine del ‘500, a causa di alcune modifiche strutturali alla pianta della chiesa fu demolito. Adesso è visibile nell’ingresso, a sinistra, simmetricamente a quello che raffigura re Ruggero II incoronato da Cristo. Guardando la scena nello specifico in alto a destra appare Cristo, entro un tondo blu, raffigurato a mezza figura: nella mano sinistra stringe un rotolo mentre con la destra sta benedicendo i due protagonisti, la Vergine e l’Ammiraglio. Al centro campeggia Maria mentre tiene un rotolo aperto con un’iscrizione in greco in cui si legge una supplica affinché suo figlio interceda in favore del fondatore. Con l’altra mano, invece, accoglie proprio la dedica dell’ammiraglio. Giorgio, con una sontuosa e ricca veste a riquadri, è inginocchiato, in atteggiamento di proskynesis. Mostra i capelli fluenti, barba bianca e le mani aperte protese verso la Vergine.
e Ruggero II incoronato dalle mani di Cristo .
Ruggero incoronato da Cristo
Il pannello musivo con Ruggero incoronato da Cristo, si trovava sicuramente nel nartece che, alla fine del ‘500, a causa di alcune modifiche strutturali alla pianta della chiesa fu demolito. Adesso è visibile nell’ingresso, a destra, simmetricamente a quello che raffigura l’ammiraglio Giorgio di Antiochia inginocchiato davanti la Vergine Maria. Dal fondo oro emergono due figure, quella del primo re di Sicilia, Ruggero II, e quella di Cristo. Il sovrano ha la testa reclinata, lo sguardo rivolto verso il fedele e le mani protese in atteggiamento di preghiera e adorazione. E’ abbigliato con una sontuosa e ricca veste bizantina e una corona con pendilia laterali di perle. Cristo è posto leggermente più in alto, ha lo sguardo maestoso e severo, con una mano stringe un rotolo, mentre con l’altra incorona Ruggero. Entrambi sono accompagnati da scritte in greco che li identificano “re Ruggero” e “Cristo”. Questo pannello musivo, dal forte significato simbolico, detiene anche un messaggio politico: Ruggero infatti è incoronato direttamente da Cristo, non ha altri intermediari terreni, il suo potere viene da Dio.
Questi pannelli si trovavano nell’antico nartece , prima che, quest’ultimo e il cortile porticato, venissero demoliti alla fine del ‘500, per concedere all’edificio una pianta a forma basilicale, tipica del culto latino. Adiacente al mosaico, con la dedica alla Vergine, si trova la Cappella del Rosario, simmetrica invece la Cappella dei Santi Simone e Giuda. Punto focale dell’intero ciclo musivo è la volta della cupola con il Cristo Pantocratore , rappresentato seduto in trono.
Il Cristo Pantocratore
Al centro della cupola e circondato da quattro angeli adoranti, il Cristo Pantocratore di Santa Maria dell’Ammiraglio, è racchiuso in un medaglione contenenti i versetti tratti dal Vangelo di Giovanni: “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non vivrà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Il Pantocratore, dal greco dominatore di tutte le cose, ha la mano destra alzata in atto di benedire i fedeli: le due dita arcuate simboleggiano la doppia natura di Cristo, quella divina e quella terrena, mentre le altre tre, unite, sono allegoria della Trinità. Questa posa della mano veniva utilizzata anche in epoca antica dagli imperatori romani quando chiedevano il silenzio. Con la mano sinistra tiene saldo un volume chiuso: il Vangelo. Il Cristo Pantocratore, maestoso e con lo sguardo severo ma benevolo, si presenta coronato di un nimbo crociato a ricordare il suo sacrificio, riccamente decorato con gemme e gioielli. Ai lati del nimbo le lettere greche IC XC che significano Gesù Cristo. Ha i capelli lunghi e fluenti e l’incarnato roseo. Il Cristo Pantocratore è l’onnipotente, il Re dei Re, ha un abito chiaro e un manto blu simbolo dell’umanità. L’iconografia, di classica derivazione bizantina, si ritrova spesso nel medio oriente cristiano, ed è diffusa in tutto il meridione d’Italia ma mentre in a Monreale e Cefalù è rappresentato a mezzo busto, quello della Martorana è seduto in trono, con i piedi simmetrici.
Nella calotta quattro arcangeli , Michele, Gabriele, Raffaele e Uriele , abbigliati con vesti ricchissime, si inchinano a lui in atteggiamento adorante, mentre nel tamburo ottagono, della cupola, prendono posto otto profeti David, Isaia, Zaccaria, Mosè, Elia, Geremia, Daniele, Eliseo, raffigurati, con la mano destra in atto di adorazione e, con la sinistra, che stringe il rotolo delle profezie. Nelle nicchie angolari, intenti a scrivere, i quattro evangelisti Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Il ciclo continua nel transetto , sulle volte a botte dei due bracci, sono raffigurati otto apostoli , rappresentati in piedi a coppie: Pietro e Andrea, Giacomo e Paolo, Tommaso e Filippo, Simone e Bartolomeo.Le scene principali, che simboleggiano il ciclo delle feste bizantine, poiché narrano i fatti più rappresentativi e importanti della vita di Cristo, sono quattro: la Natività e la Dormitio Verginis , posti nella volta occidentale dello spazio centrale; la Presentazione al tempio , nell’arco trasversale e l’ Annunciazione , nell’arco trionfale che divide lo spazio del Bema .Negli intradossi degli archi sono situati medaglioni , con busti di santi martiri e militari; i vescovi trovano posto nell’arco trionfale. Nella fascia del Bema, nelle due absidi laterali, si trovano le raffigurazioni di San Gioacchino , e Sant’Anna , come omaggio ai genitori di Maria mentre, con la creazione del cappellone quadrato al posto dell’originario abside, si è persa tutta la decorazione a mosaico.L’intero ciclo musivo presenta numerose e diverse decorazioni: a tema vegetale come gli alberi , nel tamburo della cupola e nelle campate; passi dei salmi, sugli archi che incorniciano le due absidi laterali e un prezioso cielo stellato , con astri a sei punte su fondo blu scuro, nella volta delle quattro campate angolari.

La pavimentazione: forme, motivi e iconografia

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I sensi raccontano l’interno

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I sensi raccontano il ciclo musivo

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Intrecci di saperi nella Palermo normanna

Il Cassaro

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L’interno della chiesa

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Il ritorno dell’acqua

Il ciclo musivo, un cammino ascendente verso la luce

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La conquista normanna della Sicilia e la nascita di un nuovo regno latino

Stili diversi e trasformazioni, per una “delle più belle costruzioni che si possono vedere”

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L’interno barocco

Dal terremoto al crollo

I sensi raccontano il contesto storico Zisa

I sensi raccontano la pavimentazione

L’esterno barocco

Un edificio costruito in un breve spazio di tempo

L’oro e la luce: lo splendore dei mosaici della Cappella Reale

Il Palazzo che fu dei re

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Un crescendo architettonico

Le decorazioni

I sensi raccontano i restauri

Il tetto del Paradiso: una delle opere più rappresentative dell’arte medievale

La nascita del regno normanno

I mosaici delle navate

I sensi raccontano il soffitto

La dedica dell’Ammiraglio

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La splendida Zisa e il suo giardino: solacium regi tra suoni, colori e profumi

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I sensi raccontano l’architettura e le decorazioni