Il grande presbiterio

La cappella di san Benedetto

Simbolo dei fasti dell’arte barocca, la cappella di San Benedetto si trova tra il braccio destro del transetto e la navata , contigua all’ala settentrionale del chiostro dei benedettini .In origine il luogo era dedicato a San Cataldo, nel 1569 il cardinale Alessandro Farnese , durante i lavori di restauro e rifacimento della grande navata e della pavimentazione fece collocare in tale cappella l’altare del fondatore dell’ordine benedettino, da cui assunse in seguito il nome. Nei secoli successivi la cappella fu riccamente decorata secondo lo stile dell’epoca. Nel 1607 Antonio Novelli , padre del più famoso Pietro Novelli , dipinse una pala d’altare e affrescò l’intero ambiente. Soltanto il secolo successivo, nel 1728, gli affreschi vennero sostituiti con dieci rilievi marmorei, dell’artista Giovanni Marino, che narrano la vita di San Benedetto. I medaglioni, in marmo bianco, hanno una cornice dorata e decorano la ricchissima superficie marmorea della parete, scandita da paraste con capitello corinzio.
Nel 1776, anche la pala di Novelli fu sostituita con una grandiosa raffigurazione dell’Apoteosi di San Benedetto, commissionata già nel 1760 a Ignazio Marabitti .Nel contratto compare anche il sacerdote Antonino Romano come testimone.
L’opera, interamente in marmo di Carrara, riproduce il Santo mentre guarda in alto, verso la Santissima Trinità, in un tripudio di fasti e gloria.
San Benedetto, è raffigurato con una mano al petto, l’aureola dorata, una tunica panneggiata e una lunga barba; il Santo è contornato da angeli che lo sorreggono, suonano il flauto, il violino e reggono i suoi simboli: la mitria, il pastorale e la regola. Tutto il rilievo è tipicamente barocco e si caratterizza per una scena molto animata, ricca di pathos e impreziosita con intarsi di metallo dorati.
All’interno della cappella è presente il monumento funebre dell’arcivescovo Francesco Testa , eseguito sempre dal Marabitti nel 1785, su incarico di re Ferdinando.Il monumento raffigura l’arcivescovo inginocchiato e in preghiera verso l’altare, con una mano al petto e attorniato da putti, uno dei quali regge la mitria. Sulla sezione inferiore è collocato lo stemma vescovile e infine il sarcofago con la dedica. Il soffitto della Cappella è a botte, con lunette incise nella volta e con un medaglione di forma ovale con il simbolo della Santissima Trinità.

Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne

La Cappella di S. Maria Maddalena

Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale

Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano

La Cattedrale di Gualtiero

Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo

Un popolo venuto dal Nord

Le torri e la facciata occidentale

La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale

Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale

Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme

Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo

Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate

L’equilibrio tra architettura e luce

La grande restaurazione

La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale

Il portico meridionale

Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali

Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo

Elementi artistici nella nave di Pietro

L’area del Santuario

La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente

Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico

Un chiostro dalle accentuate varietà stilistiche

La cappella perduta

Uno spazio tra visibile ed invisibile

La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio

Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro

Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite

Le navate laterali

I mosaici delle absidi

Il disegno strategico di Ruggero II

I mosaici del Presbiterio

I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia

Da Moschea a Cattedrale

Il substrato culturale attraverso il tempo

La navata più lunga

L’inizio del cantiere

La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici

La cappella dei Re

La cappella ritrovata

Le decorazioni interne

L’Ecclesia munita

Le funzioni di culto

L’impronta del re

Il cimitero dei re

Palermo felicissima urbe

Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche

Un albero pieno di vita

Una controversa interpretazione

La madonna Odigitria

La Bibbia scolpita su pietra

Un soffitto mirabile

Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli

I sarcofagi in porfido: regalità e potere

Una nuova cattedrale

La cappella di san Benedetto

Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo

Il progetto originario

Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari

Sotto le crociere del Bema

Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica

La Bibbia di Pietra

La cattedrale nei secoli

La quadratura del cerchio

Ricognizione delle tombe reali

Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli

Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede

Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio

La decorazione musiva

La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo

Un palinsesto della Storia

La facciata decorata

Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon

Due torri inizialmente simili, variate nel tempo

Oltre l’armonia delle proporzioni

Il coro: cuore pulsante della cattedrale

Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie

Le trasformazioni nei secoli

Le cattedrali dei Re

Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme

Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale