La Cappella Palatina
La pavimentazione

Il soglio reale

Nella parete occidentale della cappella, si trova il soglio reale,
di stile romanico datato XII secolo, decorato in opus sectile . Il soglio si caratterizza per l’ingente utilizzo di porfido , marmo che nei secoli divenne simbolo di forza e gloria e che, nel soglio, assume una valenza di esaltazione del potere. Rialzato di cinque gradini dal piano del calpestio, presenta una decorazione geometrica formata da quadrati, racchiusi entro una cornice di lastre porfido, e sormontati da un triangolo di tarsie policrome.

soglio reale
Il soglio reale è collocato nella parete occidentale, opposta al Santuario. Di stile romanico, si data intorno al XII secolo ed è decorato interamente in opus sectile, un’antica tecnica che consisteva nella raffigurazione di figure di animali o umane ed elementi geometrici mediante intarsi e l’utilizzo di piccolo tessere e lastrine di marmo o paste vitree. Questa tecnica, molto prestigiosa per il materiale impiegato, è utilizzata maggiormente nel Medioevo, sia nella pavimentazione che nelle decorazioni murarie, conferisce maggiore brillantezza e un gioco sapiente dei colori. Ma anche Plinio il Vecchio, nella Naturalis historia, la menziona poiché adoperata nel Mausoleo di Alicarnasso del IV secolo a.C. Il trono dei re normanni si caratterizza per l’ingente utilizzo di porfido, marmo che nei secoli divenne simbolo di forza e gloria e che, nel soglio, assume una valenza di esaltazione del potere. Rialzato di cinque gradini, decorati con opus sectile pavimentale formato da tessere di pietre dure, dal piano del calpestio della chiesa, presenta una decorazione geometrica. La parete della tribuna reale è composta da sei quadrati, racchiusi entro una cornice di lastre porfido, e sormontati da un triangolo di tarsie policrome. All’interno di ogni quadrato motivi geometrici e floreali di tipica ascendenza araba, mentre i gradini, il pavimento, la spalliera ed i braccioli hanno intarsi di stile cosmatesco. I plutei laterali, con tarsie sectili che riproducono i quinconce e fasce con stelline a otto punte, sono stati forse aggiunti in epoca aragonese. Nella parte alta della parete, decorazioni con motivi floreali a intreccio e, dentro cerchi e in posizione simmetrica e speculari, sono collocati due maestosi leoni espressione di regalità e potenza. Il soglio riveste una notevole importanza dal punto di vista politico, dal momento che da questo spazio il sovrano assisteva alle celebrazioni liturgiche e poteva godere della vista dell’intero ciclo musivo della Cappella.

All’interno di ogni quadrato motivi geometrici e floreali di matrice araba, mentre i gradini, il pavimento, la spalliera ed i braccioli hanno intarsi di stile cosmatesco. Ai lati, dentro cerchi e in posizione simmetrica e speculari, due leoni espressione di regalità e potenza.Il soglio, in stile romanico, riveste una notevole importanza dal punto di vista politico, dal momento che da questo spazio il sovrano assisteva alle celebrazioni liturgiche e poteva godere della vista dell’intero ciclo musivo. Al di sopra dell’aula regia, si staglia il mosaico con Cristo in Trono, tra i santi Pietro e Paolo,

Cristo Pantocratore in trono tra i santi Pietro e Paolo.
Sopra il soglio reale si erge maestoso Cristo Pantocratore in trono tra i santi Pietro e Paolo. L’iconografia della rappresentazione è squisitamente politica, dal momento che Cristo in trono con i due Santi, sembrano legittimare il potere temporale dei sovrani che presiedevano alle celebrazioni dal soglio decorato in opus sectile. San Pietro e San Paolo, così come, nella parte superiore, i due arcangeli Michele e Gabriele, rivolgono il loro sguardo verso Cristo Pantocratore, statico, immobile, maestoso e ieratico. Il Pantocratore, dal greco dominatore di tutte le cose, con la mano destra benedice i fedeli: le due dita arcuate simboleggiano la doppia natura di Cristo, quella divina e quella terrena, mentre le altre tre, unite, sono allegoria della Trinità. Questa posa della mano veniva utilizzata anche in epoca antica dagli imperatori romani quando chiedevano il silenzio. Con la mano sinistra tiene saldo il Vangelo qui effigiato come un volume chiuso. Il Cristo Pantocratore, con lo sguardo severo ma benevolo, si presenta coronato di un nimbo crociato a ricordare il suo sacrificio, ha i capelli lunghi e fluenti e l’incarnato roseo. Il Cristo Pantocratore è l’onnipotente, il Re dei Re, ha l’abito dorato simbolo della divinità e il manto blu simbolo dell’umanità. Tessere dorate fanno da sfondo all’intera narrazione.

quasi in un dialogo ideologico con la parte presbiterale con al centro il Pantocratore e nelle absidi laterali i due santi. Se, nell’area del Santuario, si glorifica Cristo, nella parte contrapposta dell’aula, caratterizzata da una decorazione più laica, si lodano il re e la sua corte. Conscio del suo programma politico, di accentramento del potere e all’apice del suo regno, Ruggero II , pensò per la sua personale Cappella, un preciso programma ideologico, che richiamava il potere dei sovrani orientali, tramite l’adesione, nella decorazione, a precisi modelli artistici bizantini. L’affermazione del potere temporale, in relazione a quello spirituale, è visibile anche nella Cappella Palatina, all’interno della Cattedrale di Aquisgrana, voluta da Carlo Magno ed edificata tra il 786 e l’804. Nel lato minore della Cappella, simile a un ingresso monumentale, è presente il westwerk , o corpo di fabbrica occidentale, affiancato da due torri scalari. Se all’esterno assumeva un aspetto fortificato, all’interno, dalla loggia, l’Imperatore assisteva alle funzioni ecclesiastiche, da una posizione che ne esaltava il suo ruolo.

La nascita del regno normanno

Dall’oblio al recupero della memoria

I sensi raccontano l’interno

Il soglio reale

Il ritorno dell’acqua

La cappella di San Pietro nel Real Palazzo

La veste architettonica e le trasformazioni nel tempo

I sensi raccontano l’architettura esterna e l’impianto originario

Dal terremoto al crollo

Intrecci di saperi nella Palermo normanna

I mosaici del transetto e delle absidi

I sensi raccontano il contesto storico la martorana

Lo spazio architettonico

L’involucro architettonico: la pianta a croce greca orientata verso la luce

La conquista normanna della Sicilia e la nascita di un nuovo regno latino

I sensi raccontano l’architettura e le decorazioni

La pavimentazione: forme, motivi e iconografia

L’oro e la luce: lo splendore dei mosaici della Cappella Reale

L’interno della chiesa

La splendida Zisa e il suo giardino: solacium regi tra suoni, colori e profumi

L’esterno barocco

La dedica dell’Ammiraglio

Il ciclo musivo, un cammino ascendente verso la luce

I sensi raccontano i restauri

Le decorazioni

I restauri

Un crescendo architettonico

L’antico convento della Martorana, storia di devozione e tradizione

L’interno barocco

Stili diversi e trasformazioni, per una “delle più belle costruzioni che si possono vedere”

I sensi raccontano il contesto storico

I mosaici delle navate

Le decorazioni del campanile

Il parco del Genoardo, il giardino dei piaceri e della meraviglia

I sensi raccontano il soffitto

I sensi raccontano la pavimentazione

Forme e colori del soffitto ligneo

Il tetto del Paradiso: una delle opere più rappresentative dell’arte medievale

I sensi raccontano il ciclo musivo

Il Palazzo che fu dei re

I sensi raccontano la decorazione barocca

Un edificio costruito in un breve spazio di tempo

I loca solatiorum: dimore per lo svago, il benessere e la caccia

I sensi raccontano l’archittetura

I sensi raccontano la Zisa nei secoli

Il Cassaro

I sensi raccontano il contesto storico Zisa

Il pavimento in opus sectile della Cappella Palatina

Il palazzo ritrovato