La prima ricognizione delle tombe reali risale al 1781, durante i lavori di restauro della Cattedrale
in occasione del loro trasferimento, dalla originaria collocazione nella zona del Presbiterio, alla nuova cappella realizzata all’inizio della navata destra. La cappella delle tombe reali, all’interno della Cattedrale di Palermo, ospita le sepolture del normanno Ruggero II primo re di Sicilia, di Costanza d’Altavilla ed Enrico VI di Svevia e del loro figlio Federico II, insieme alla sua prima moglie Costanza d’Aragona. Quattro sarcofagi sono collocati in corrispondenti aree della cappella, quelli di Ruggero II e di Costanza d’Altavilla in secondo piano, i monumenti funebri di Federico II e di Enrico VI in prima posizione. I sarcofagi, utilizzati come sepoltura da Enrico VI e Federico II, furono scolpiti riutilizzando elementi in porfido rosso. I due sarcofagi, destinati ad essere collocati nella Cattedrale di Cefalù; furono ordinati da Ruggero II, prima del 1145: uno per accogliere i suoi resti mortali e l’altro, da restare vuoto, “a maggior gloria di Dio”. Dopo la morte del Re, nel 1154, le sue volontà non furono rispettate in quanto Federico II li fece trasferire nella Cattedrale di Palermo, per destinarne uno per se e l’altro per il padre. I due sarcofagi hanno una copertura realizzata con lastre in marmo grigio e porfido, sorretta da sei colonne di porfido, nella trabeazione del baldacchino che copre il sarcofago dell’imperatore sono inserite protomi antropomorfe. Il primo Re di Sicilia riposa in un sepolcro, a cassa rettangolare, rivestita da lastre di porfido rosso con coperchio a spioventi, sorretta da un gruppo scultoreo composto da quattro figure maschili. La regina e imperatrice Costanza d’Altavilla giace in un sarcofago in porfido rosso, dove è collocato l’epitaffio “Romanorum imperatrix, semper augusta et regina Siciliae. Entrambi i sarcofagi sono sormontati da baldacchini di marmo, quelli relativi a Ruggero II e Costanza di Altavilla sono in marmo bianco, sorretti da colonne decorate, insieme alla trabeazione, con mosaici a motivi geometrici.L’operazione di apertura del sarcofago dell’imperatore Federico II venne intrapresa da Francesco Daniele, coadiuvato dal canonico Rosario Gregorio. Durante questo intervento purtroppo il sarcofago subì alcuni danni, specialmente nella ricollocazione del coperchio ma si è rilevato che all’interno riposavano altre due salme, oltre l’imperatore.Una successiva ricognizione
, datata tra il 1994 e il 1998, venne svolta, in maniera non invasiva, grazie all’utilizzo di strumentazioni innovative, per condurre esami, scientifici radiografie e prelievi di campione per la ricerca del DNA. Lo studio ha confermato la presenza, all’interno del sepolcro, di altre due salme oltre quella di Federico, una delle quali è stata identificata con Pietro d’Aragona, l’altra appartenente a una donna, non identificata. Il sarcofago di Costanza, invece, fu aperto la prima volta nel 1491 per volontà del Viceré Ferdinando de Acuña. Furono rinvenuti numerosi gioielli: la sontuosa corona
, realizzata nel tiraz
di Palermo, cinque anelli e una placchetta in argento
.La corona di Costanza d’Aragona, rinvenuta nella tomba della prima moglie di Federico II, fu realizzata nell’opificio del palazzo reale di Palermo, il tiraz: un’officina in cui si lavoravano tessuti e pietre preziose. Attivo durante l’epoca araba e poi normanna, tra le opere prodotte nel tiraz si ricordano tappeti, gioielli e, in particolare, il mantello di Ruggero II e la Corona di Costanza d’Aragona. Lo stile dei manufatti e la lavorazione minuziosa della filigrana fanno pensare che lavorassero maestranze di diversa cultura. Databile prima del 1222, data della morte della regina, la corona si rifà alla produzione normanna per la raffinata filigrana d’oro posta sulla calotta, le gemme grezze raccolte in cestelli ed i fili di perline che circondano elegantemente gli smalti.
I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia
I sarcofagi in porfido: regalità e potere
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La Cattedrale di Gualtiero
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Un palinsesto della Storia
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Un popolo venuto dal Nord
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La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici
Sotto le crociere del Bema
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Il coro: cuore pulsante della cattedrale
Oltre l’armonia delle proporzioni
Ricognizione delle tombe reali
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Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite
Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo
Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon
Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali
La Cappella di S. Maria Maddalena
Un soffitto mirabile
La cappella perduta
Da Moschea a Cattedrale
La madonna Odigitria
Il disegno strategico di Ruggero II
Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico
La grande restaurazione
Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo
Due torri inizialmente simili, variate nel tempo
Il cimitero dei re
La cappella di san Benedetto
Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche
Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme
Il substrato culturale attraverso il tempo
L’Ecclesia munita
Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne
I mosaici delle absidi
Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme
L’area del Santuario
Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio
Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale
Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie
Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede
Palermo felicissima urbe
Le funzioni di culto
Il progetto originario
Uno spazio tra visibile ed invisibile
Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica
La Bibbia di Pietra
Le cattedrali dei Re
La facciata decorata
La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo
Le torri e la facciata occidentale
La cattedrale nei secoli
MiC – Ministero della Cultura
Legge 77/2006 - Misure Speciali di Tutela e Fruizione dei Siti Italiani di Interesse Culturale, Paesaggistico e Ambientale, inseriti nella “Lista Del Patrimonio Mondiale”, posti sotto la Tutela dell’ UNESCO Regione Siciliana.
Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.