Alla tesi più comune, che attribuisce l’opera scultorea a maestranze di diversa origine, si contrappone un’ipotesi più recente secondo la quale le decorazioni sono state realizzate da un’unica squadra di maestri lapicidi, giunti in Sicilia dal sud della Francia.
Le corsie, i cui lati formano un quadrato perfetto (m 47×47), sono scandite da ventisei archi ogivali, sostenute da 228 colonne binate, lisce e intarsiate, le cui basi presentano motivi con foglie stilizzate, rosette, zampe leonine, fiere, uomini e animali in gruppo, rane e lucertole.
Sulle colonne poggiano capitelli
decorati e istoriati con episodi biblici, seguiti da scene tratte dal nuovo testamento e di genere
, oltre a quelle ispirate a simbolismi
e bestiari medievali.
Di particolare rilevanza sono le decorazioni dei capitelli del chiostro del Duomo di Monreale. Nei capitelli, sorretti dalle colonne binate, sono raffigurate varie scene tratta dall’Antico e dal Nuovo Testamento, nonché rappresentazioni simboliche, zoomorfe e tratte dal mondo naturale. Tra tutti, uno dei più originali è il capitello posto tra il refettorio e la fontana, precisamente il diciannovesimo del lato ovest che raffigura la scena della dedica della Cattedrale. Questo momento è anche visibile all’interno della Cattedrale, nel sontuoso ciclo musivo che adorna l’intero edificio. Nel capitello, in particolare, si nota re Guglielmo II, aiutato da due angeli, nell’atto di offrire il un modello in miniatura del Duomo a Gesù Bambino, seduto tra le braccia amorevoli della Vergine Maria. Il sovrano è abbigliato con abiti sontuosi e nel capo ha la corona del regno di Sicilia. Maria stringe a sé il Bambino benedicente, interamente avvolta da un manto dal fitto panneggio.
L’opera scultorea alterna, inoltre, decorazioni figurate a temi mitologici, vegetali, simbolici e allegorici, con elementi floreali che, non presenti nel giardino del chiostro
, restano invece impressi nel marmo.
Il cortile centrale del chiostro è canonicamente definito con un giardino, in cui non vi sono poste a dimora essenze floreali perché caduche; i fiori invece sono scolpiti nei capitelli, nella eterna natura della pietra. Il giardino, secondo la tradizione, è suddiviso in quattro parti dove sono piantati altrettanti alberi simbolici, il fico, il melograno, l’ulivo e la palma. Le prime due piante, il fico e il melograno, in quanto storiche, si riferiscono all’Antico Testamento. Il fico si trova a sud-est e simboleggia il giardino dell’Eden; a nord-est prende posto il melograno, nel giardino del Cantico dei Cantici. Per il Nuovo Testamento si nota la presenza delle piante simboliche: a nord-est l’Ulivo, allegoria del Getsemani e della futura Pasqua; a sud-ovest la Palma, nel giardino dell’Apocalisse.
Tra le scene scolpite nei capitelli: il peccato originale, la cacciata dei progenitori dal Paradiso terrestre, l’uccisione di Abele, tratte dall’Antico Testamento; la resurrezione di Cristo, l’Annunciazione, la fuga in Egitto, la presentazione al tempio, la Visitazione, Maria ed Elisabetta, San Giuseppe che riceve l’annuncio dall’angelo, l’annuncio ai pastori e la visitazione dei magi dal Nuovo Testamento. E ancora un particolare “Ciclo dei Mesi”, ordinato secondo le quattro stagioni: inverno, primavera, estate, autunno; nell’angolo sud-ovest la Missione degli Apostoli e, in quello sud-est, figure isolate che raffigurano la chiesa e i profeti.
Una scena dal forte significato politico è quella della “dedica”: riprendendo quanto già rappresentato nel ciclo musivo dell’area dell’abside, all’interno del Duomo, re Guglielmo è raffigurato, inginocchiato, mentre offre e porge in dono alla Vergine Maria, il modellino della Cattedrale.
Nel ciclo musivo del Duomo di Monreale, la rappresentazione del sovrano, e committente del complesso, ricorre ben due volte: sopra la parete del trono regale e su quella del soglio arcivescovile. Nel secondo mosaico il re di Sicilia è raffigurato mentre, in ginocchio, dona e offre la Cattedrale alla Vergine Maria. Il sovrano con abiti regali e di seta, precisamente con l’alba, la dalmatica e il superomerale incrociato sul petto, è inginocchiato davanti alla Madonna e sta reggendo in modellino della Cattedrale. Maria è abbigliata con vesti sui toni del blu e marrone e raffigurata maestosamente seduta su un trono ricoperto di gemme mentre porta le mani verso questo dono speciale. Dall’alto due angeli librano e si dirigono verso l’archetipo mentre una mano, quella di Dio Onnipotente, benedice l’intera scena.
Allo stile classicheggiante e romanico provenzale, si coniuga una architettura di ascendenza islamica che contraddistingue le arcate, dal sesto ogivale
, nelle quali è presente un caratteristico sottarco, composto da un cordolo a tutto tondo, tronco alla base.
Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali
Il progetto originario
La cappella perduta
Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano
Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne
Due torri inizialmente simili, variate nel tempo
Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo
Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli
Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico
Le funzioni di culto
L’equilibrio tra architettura e luce
Le torri e la facciata occidentale
L’inizio del cantiere
Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo
La cattedrale nei secoli
Ricognizione delle tombe reali
Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate
Una controversa interpretazione
Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale
Elementi artistici nella nave di Pietro
La madonna Odigitria
Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica
Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche
La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale
Le navate laterali
La cappella ritrovata
Da Moschea a Cattedrale
Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo
La cappella dei Re
I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia
La Cattedrale di Gualtiero
La decorazione musiva
La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio
Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme
Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio
Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli
La navata più lunga
La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente
Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede
La facciata decorata
Il coro: cuore pulsante della cattedrale
La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici
Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale
I mosaici del Presbiterio
La quadratura del cerchio
Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon
Le cattedrali dei Re
Uno spazio tra visibile ed invisibile
L’Ecclesia munita
La Bibbia di Pietra
I mosaici delle absidi
Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari
Una nuova cattedrale
La cappella di san Benedetto
Un albero pieno di vita
Le decorazioni interne
Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro
La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale
L’area del Santuario
I sarcofagi in porfido: regalità e potere
Un soffitto mirabile
La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo
Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo
La grande restaurazione
Il substrato culturale attraverso il tempo
Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale
Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie
Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme
Palermo felicissima urbe
Il cimitero dei re
Oltre l’armonia delle proporzioni
Il portico meridionale
Un chiostro dalle accentuate varietà stilistiche
L’impronta del re
Il disegno strategico di Ruggero II
Le trasformazioni nei secoli
Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite
MiC – Ministero della Cultura
Legge 77/2006 - Misure Speciali di Tutela e Fruizione dei Siti Italiani di Interesse Culturale, Paesaggistico e Ambientale, inseriti nella “Lista Del Patrimonio Mondiale”, posti sotto la Tutela dell’ UNESCO Regione Siciliana.
Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.