Absidi e transetto
Duomo di Cefalù

I sensi raccontano Absidi e transetto

vista
Lo splendore del Pantocratore

L’interno degli spazi dell’area presbiterale e del transetto, corrispondono al volume, così realizzato dal progetto originario ruggeriano. La differenza tra questa parte della fabbrica e l’altra, composta dalle navate, è data dal grande arco trionfale visibile nella sua altezza originaria, dalla parte del transetto, e ridotta da un sottarco dalla parte delle navate. Il fronte del transetto che immette negli spazi absidali, è caratterizzato dalle tipiche colonne sovrapposte collocate in nicchie angolari. Nel catino absidale prende posto il grandioso Cristo Pantocratore, il re dei re, che emerge dal fondo oro. Con il suo maestoso abbraccio e lo sguardo severo ma benevolo, accoglie il fedele mentre nella mano sinistra tiene saldo il Vangelo. Il volume ha una pagina aperta, sia in greco che in latino, che riporta la frase dal Vangelo di Giovanni “Io sono la luce del mondo, chi segue in me non vivrà nelle tenebre ma avrà il lume della vita”.

tatto
Prothesis e Diaconicon: due spazi per i riti liturgici

La chiesa medievale aveva come unico spazio liturgico, l’area dell’abside che, negli edifici religiosi, di minori dimensioni, aveva due piccoli ambienti laterali di servizio, per la custodia dei libri sacri e per la preparazione della liturgia. Nelle chiese di maggiori dimensioni e nelle cattedrali, tali aree vennero ingrandite, come nel caso della Cattedrale di Cefalù, attraverso la realizzazione di due absidi speculari rispetto a quello centrale. Si delinearono, così, nella prassi liturgica, l’abside della Prothesis e quella del Diaconicon. La prima conteneva gli oggetti liturgici destinati al momento dell’offertorio e dell’eucarestia, la seconda, invece, era arredata con armadi che contenevano i paramenti degli officianti e i libri sacri.

olfatto
La luce divina

L’odore della cera si diffonde nell’area sacra dell’abside. Le candele prendono posto nell’abside centrale, sull’altare, e sono il simbolo della Luce di Dio. Durante il Tempo di Pasqua viene acceso anche il pregiato cero di Pasqua, che rappresenta Gesù Luce del Mondo che risorge e vince le tenebre. Il cero di Cefalù presenta il fusto a colonna, mentre il capitello istoriato è decorato con la raffigurazione di un’aquila e figure umane. La patera, dove poggia il cero, è in pietra di lumachella, proveniente dalla vicina Rocca, e presenta decorazioni con tre sfingi.

L’Ecclesia munita

La Bibbia scolpita su pietra

La cappella di san Benedetto

Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate

Il substrato culturale attraverso il tempo

La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale

Il disegno strategico di Ruggero II

La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio

La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici

Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme

Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli

Un chiostro dalle accentuate varietà stilistiche

Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme

Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon

Un soffitto mirabile

Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite

Il portico meridionale

Un albero pieno di vita

La grande restaurazione

La quadratura del cerchio

Sotto le crociere del Bema

Le trasformazioni nei secoli

L’inizio del cantiere

La cappella ritrovata

L’equilibrio tra architettura e luce

L’impronta del re

Il coro: cuore pulsante della cattedrale

Oltre l’armonia delle proporzioni

Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari

La cattedrale nei secoli

La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale

La madonna Odigitria

Le cattedrali dei Re

Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli

I mosaici delle absidi

I sarcofagi in porfido: regalità e potere

Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio

Una nuova cattedrale

La cappella dei Re

La Cattedrale di Gualtiero

Uno spazio tra visibile ed invisibile

Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo

Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne

Due torri inizialmente simili, variate nel tempo

Da Moschea a Cattedrale

La Cappella di S. Maria Maddalena

La cappella perduta

Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo

L’area del Santuario

Le navate laterali

I mosaici del Presbiterio

Il progetto originario

Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo

Ricognizione delle tombe reali

Un palinsesto della Storia

Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano

La decorazione musiva

Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale

La navata più lunga

Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo

Elementi artistici nella nave di Pietro

Le torri e la facciata occidentale

Palermo felicissima urbe

I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia

Le funzioni di culto

La facciata decorata

Le decorazioni interne

La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo

Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro

Il cimitero dei re

Una controversa interpretazione

Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico

Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali

Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica

Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale

La Bibbia di Pietra

Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie

Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche

Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale

Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede

Un popolo venuto dal Nord

La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente