Il grande presbiterio

I sensi raccontano il Grande Presbiterio

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L’atmosfera del presbiterio

Ripercorrendo i secoli, a ritroso nel tempo, viene spontaneo interrogarsi su quale fosse l’atmosfera che permeava questo luogo, introdotto dalle lunghe file di colonne della navata centrale, tese ad accompagnare lo sguardo nella successione, sempre più serrata, di archi a ogiva culminanti, nell’abside centrale, con la grandiosa immagine del Redentore benedicente. Nell’area del Santuario, bruciare l’incenso significa elevare l’anima a Dio, il suo fumo richiama il grande mistero divino mentre l’odore, dolce e speziato, presagisce la presenza di Cristo, creando un legame mistico tra cielo e terra. Il turibolo oscilla tre volte, a simboleggiare la Trinità, mentre i fedeli pregano e santificano l’Altissimo.

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Canti e musica per elevare i cuori a Dio

Ad incrementare l’atmosfera mistica che caratterizzava il Duomo in epoca medievale, derivata dai canti intonati dai benedettini, lo spazio fu arricchito, a partire dal 1503 da diversi tipi di organi. La liturgia era così allietata dalla musica che, come sosteneva Sant’Agostino, era una preghiera che elevava i cuori e le menti verso Dio.

 

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Il ciclo musivo delle navate

I mosaici della navata centrale, con scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, così come il gioco di colonne che percorre e scandisce l’interno del Duomo, sembrano accompagnare il fedele in un cammino salvifico che attraversa il  presbiterio e raggiunge il suo culmine, in una linea cristocentrica, nel Re dei Re, il Cristo Pantocratore posto al centro della calotta absidale. Il presbiterio si articola nell’ala sinistra detta Campata di San Luigi, nel coro e nell’ala destra detta Campata dei Guglielmi. Quest’ultima si trova nel braccio meridionale del transetto e custodisce le tombe reali. I resti del fondatore del Tempio sono custoditi in un sarcofago in marmo bianco, commissionato dall’arcivescovo Ludovico I Torres, nel 1575. Esso, sostenuto da mensole con base zoomorfa, finemente decorato da fregi intagliati a fogliame e da putti alati di ascendenza classica, riporta, su un lato maggiore, un lungo epitaffio laudativo composto dal poeta monrealese Antonio Veneziano e inciso su una targa a cartocci. Una tomba, in porfido rosso accoglie la salma, di Guglielmo I. Il sepolcro, danneggiato dall’incendio del 1811, fu privato delle sei colonne di porfido, disposte in successione di tre per lato, che sorreggevano un baldacchino di marmo.

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Oro scintillante

Sfiorare con mano le tessere di oro scintillante di mosaico che compongono l’immenso ciclo di Monreale, può dare idea della consistenza dei materiali impiegati  per questo imponente edificio che esplicita il programma politico, culturale e spirituale di Guglielmo il Buono.

Una controversa interpretazione

Le trasformazioni nei secoli

La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo

Da Moschea a Cattedrale

La navata più lunga

Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate

La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici

Le torri e la facciata occidentale

I mosaici delle absidi

Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari

Uno spazio tra visibile ed invisibile

Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo

Sotto le crociere del Bema

La Bibbia di Pietra

L’Ecclesia munita

Il substrato culturale attraverso il tempo

Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale

L’equilibrio tra architettura e luce

I mosaici del Presbiterio

La decorazione musiva

Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite

Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede

L’inizio del cantiere

La cappella perduta

Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche

La facciata decorata

La grande restaurazione

Un albero pieno di vita

Il disegno strategico di Ruggero II

Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo

La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio

La cappella ritrovata

Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali

La madonna Odigitria

La Cappella di S. Maria Maddalena

Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale

La quadratura del cerchio

La Bibbia scolpita su pietra

Le cattedrali dei Re

Elementi artistici nella nave di Pietro

Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne

Ricognizione delle tombe reali

Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica

Le navate laterali

Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie

Due torri inizialmente simili, variate nel tempo

La cattedrale nei secoli

Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale

Palermo felicissima urbe

L’area del Santuario

Il coro: cuore pulsante della cattedrale

Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo

L’impronta del re

Oltre l’armonia delle proporzioni

Un soffitto mirabile

La cappella dei Re

Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo

Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli

I sarcofagi in porfido: regalità e potere

Un chiostro dalle accentuate varietà stilistiche

Il portico meridionale

La Cattedrale di Gualtiero

Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli

Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme

La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale

Un popolo venuto dal Nord

Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico

I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia

Un palinsesto della Storia

Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro

Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio

Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon

Il cimitero dei re

La cappella di san Benedetto

Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano

Il progetto originario

La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente

Le funzioni di culto

Le decorazioni interne

Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme

La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale

Una nuova cattedrale