Lo spazio della corte accoglieva tutti coloro si recavano, per svariati motivi, presso la domus, tra i quali i
Clientes
che, ammessi all’ingresso, sostavano in attesa di entrare nel vestibolo e porgere la
Salutatio
matutina al Dominus della Villa. Coloro i quali erano ammessi a sostare nella corte, potevano usufruire dei servizi a questa connessa: la grande
Latrina porticata
, riparata dagli sguardi da un alto muro e collocata verso ovest, nella zona esterna della costruzione e le
Terme
, cui si poteva accedere attraverso due piccoli ambienti, uno dei quali chiamato
Edicola di Venere
per i frammenti di una statua della dea qui ritrovata e la contigua stanza di passaggio. La composizione dei due vani denota l’arrangiamento architettonico, realizzato per potere fornire alle Terme un accesso esterno, non prima previsto.
I due vani contigui mettono in comunicazione il porticato della corte con le Terme, attraverso una serie di gradini, posti fra i vari ambienti per potere raccordare il dislivello di quote. Per accedere alle Terme è stato creato un vano di passaggio con l’Aula biabsidata, cosiddetta palestra, ampliando una precedente finestra, ivi pre-esistente e simmetrica a quella posta nel catino absidale opposto.