Triclinio Triabsidato

I sensi raccontano il Triclinio Triabsidato

vista
Una grande sala per un sontuoso banchetto

La struttura sontuosa e dinamica della grande sala è caratterizzata da una pianta centrale quadrata in cui si innestano tre grandi absidi, originariamente introdotte da coppie di colonne. L’ambiente era impiegato per organizzare banchetti ufficiali, durante i quali, nelle absidi, venivano sistemati appositi letti semicircolari, gli stibadia, capaci di accogliere i numerosi convitati. I vari episodi narrati nei mosaici sono collegati dalla comune tematica della vittoria della virtù sul male, messa in atto da Ercole e Dioniso ai danni di creature mostruose e violente. La scelta dei brani da rappresentare ha origine da una precisa volontà di comunicare messaggi edificanti e di eternare il dominus della villa alla pari delle imprese compiute dagli eroi. Quando si entra in questo ambiente sembra di percepire l’atmosfera che accompagnava la preparazione della cena, il pasto più importante, che si svolgeva nell’ora nona durante i mesi più caldi. La scena sembra riprendere vita. Il sole sta scomparendo all’orizzonte e, con i suoi ultimi raggi, illumina un gruppo di musici e uno schiavo erudito, dal volto canuto, che declama versi in latino, dando inizio al banchetto. Lo schiavo maggiordomo, il nomenclator, ha già annunciato l’ingresso del dominus e dei suoi ospiti, tra i quali spiccano personaggi di alto rango. Tre ministratores si dirigono, separatamente, in ciascuna abside per servire cibi fumanti e di grande effetto decorativo, mentre altri schiavi riempiono coppe di vino. Ciascuna portata è una vera e propria coreografia, sapientemente ideata dallo structor, il responsabile dell’effetto scenico che i cibi devono evocare. L’aula trilobata rappresenta, in questo momento, diverse parti del mondo: gli stibadia su cui sono sdraiati gli invitati sono la Terra, il soffitto riconduce al cielo, mentre il pavimento si ricollega al mondo dei morti.

udito
Voci e melodie tra le portate

Una sovrapposizione di voci riempie l’atmosfera di questo vasto ambiente. L’importanza delle raffigurazioni mitologiche dei mosaici pavimentali, intrise di significati celebrativi, viene dissolta dalle battute dei convitati che, tra una portata e l’altra, si concentrano su discorsi effimeri, storie di guerra e argomenti satirici.
Dal centro dell’aula, su uno sfondo pavimentale che narra le fatiche di Ercole, alcuni giocolieri invadono l’ambiente e interrompono la dolce melodia di un suonatore di cetra che declama versi poetici. Il banchetto si popola di danzatrici, che allietano la cena con il suono di tamburelli dopo un suggestivo ingresso dal portico ovoidale, accarezzato dagli ultimi raggi del tramonto. Tutto sembra allontanare il dominus e i suoi ospiti dalla vorticosa vita di Roma.

olfatto
Un convivio di aromi

Il grande triclinio diventa un palcoscenico intriso di una moltitudine di odori. Un senatore ha preso posto alla sinistra del dominus ed è raggiunto dall’intenso profumo di essenze orientali, che cosparge gli abiti di una giovane donna poco distante. Distinguere l’aroma del cibo diventa difficile e l’attenzione sembra concentrarsi sulle dolci note della seduzione.
Appena sdraiati sugli ampi divani semicircolari, dopo aver lavato le mani con acqua mescolata a petali di rosa, i commensali sono raggiunti dalle essenze degli olii cosparsi sulla tavola su cui consumano il pasto.
Ad accompagnare l’inizio del banchetto, alcune colombe si levano in volo e diffondono, con il battito delle ali, acqua nebulizzata arricchita di olio profumato.
L’ingresso delle prime portate è davvero scenografico, con una successione di “trionfi” culinari, e l’odore delle pietanze servite rimanda ai prodotti del territorio e a quelli derivati dalla pesca. Tutti sono ampiamente descritti in vari ambienti della residenza tardoantica, come in una grande cartografia delle specie conosciute nel IV sec d.C.
Il dolce aroma del miele si coniuga con le note salate di alcuni cibi contraddistinti da un caleidoscopico tripudio di piante aromatiche.

gusto
Fantasie per il palato

L’attenzione alla fantasiosa decorazione delle pietanze non tralascia la cura nella sovrapposizione dei sapori. Mentre i commensali vengono distratti dall’arduo esercizio di due acrobati che sembrano averli distolti dalle conversazioni e dal cibo, la complessa macchina del banchetto si arricchisce di nuove portate. Fa seguito al vino mescolato al miele, che accompagna l’antipasto, l’entrata suggestiva di una pietanza ornata con una salsa gialla a base di zafferano e uova, che riporta ai caldi colori del deserto africano. La moglie di un esponente dell’aristocrazia senatoria, dalle vesti ricercate e dalla sua particolare capigliatura “ad elmo”, concentra il suo sguardo su un vassoio contenente una grande aragosta dalle chele cosparse di fiori e ripiena di caviale. Non mancano le carni presentate con vari tipi di farcitura arricchita da spezie di diversa origine. Le tavole imbandite nel triclinio della villa diventano riflesso di culture lontane, acquisite nei territori conquistati durante il periodo imperiale e impreziosite da un immancabile gusto scenografico.

tatto
Il prestigio attraverso l’arredo

Vi siete mai chiesti come mangiavano i romani? Ogni banchetto prevedeva almeno sette portate da consumare su divani semicircolari, ricoperti da preziose stoffe.
Ritornate indietro nel tempo e immaginate di trovarvi al centro del Triclinio. Sullo sfondo mitologico del pavimento che rappresenta le fatiche di Ercole, i commensali, sdraiati sugli stibadia prendono il cibo con la mano destra mentre la sinistra, che poggia su un morbido cuscino, sostiene il piatto. La luce trepidante delle torce appese alle pareti e il riverbero del fuoco che si alza dai bracieri in metallo forgiato, colpiscono vari tipi di coltelli e cucchiai, disposti sulla tavola. Un servo sta per offrire agli ospiti bocconcini di maiale contenuti, a piccoli pezzi, in un vassoio che, per la bellezza della sua manifattura, distoglie l’attenzione dal contenuto della portata. Il vino viene versato in coppe che rifrangono, come specchi, l’opulenta atmosfera che riempie l’ambiente. Le donne abbigliate con abiti alla moda, dai tessuti pregiati e intarsi di perle, si lavano le mani con l’acqua fresca e profumata che fuoriesce da brocche in argento sorrette dagli schiavi. La grande aula triabsidata rappresenta un microcosmo in cui si riflette il potere del dominus.

Un grande porticato colonnato, luogo di raccordo tra gli ambienti

La possibile celebrazione di un evento solenne

I sensi raccontano l’Ingresso Monumentale

La colazione all’aria aperta

I marmi provenienti dalle regioni dell’Impero a decoro della Basilica

Simboli beneauguranti e, forse, le iniziali del nome del committente, decorano il mosaico del vano absidato

Gli ambienti a carattere semipubblico

I sensi raccontano la Basilica

La Mansio di Philosophiana. Una stazione di sosta

Il sacrificio campestre

Personaggi, di alto rango, raffigurati nei mosaici delle nicchie absidate del Frigidario

Una giornata di caccia alla villa

Una stanza regale ospitava il Dominus durante le sue udienze

Il catalogo di animali

Alla ricerca del Dominus attraverso i mosaici della residenza tardoantica

Il profilo del Dominus si nasconde tra le scene rappresentate nei mosaici?

I sensi raccontano la Sala Biabsidata

I sensi raccontano il Peristilio Quadrangolare

Un piccolo vano impreziosito dai marmi

La rappresentazione realistica di un corteo termale con una figura femminile di alto rango

I sensi raccontano la Stanza delle frizioni

Una teoria di armati per un Dominus dal profilo importante

I nuclei principali della Domus

L’età d’oro: ipotesi sul periodo di costruzione della villa ed inizi

Un piccolo ambiente utilizzato come ingresso privilegiato alle Terme

L’interpretazione astrale del mosaico

I sensi raccontano l’Ingresso privato alle terme

Un personaggio che ha attirato l’attenzione degli studiosi

I sensi raccontano l’Ambulacro biabsidato – corridoio della “grande caccia”

Una cerimonia ufficiale per accogliere il Dominus

Il Latifondo

I sensi raccontano il Frigidarium

I sensi raccontano la Sala dell’appartamento privato della “piccola caccia”

Un’architettura solenne e maestosa per accogliere un committente di alto rango

La residenza tardoantica: Locus Amoenus e centro di attività amministrative nel cuore della Sicilia

I sensi raccontano il Vestibolo

Gli ambienti della villa a destinazione pubblica e privata

I sensi raccontano il Sacello dei Lari

I sensi raccontano il Triclinio Triabsidato

Il prestigio del Dominus si rivela attraverso gli affreschi parietali

Un simbolo eloquente: Il Signum

I protagonisti del mosaico e gli affreschi a tema militare

Il culto dei Lari

Banchetti e Panegirici animavano la vasta sala, sullo sfondo di un mosaico pavimentale che celebra le prodezze di Ercole

Un significato nascosto

I sentieri della Virtus, riflesso del Dominus

La visione della corsa dalla tribuna imperiale

Forme di saluto o rito?

I protagonisti dei mosaici

Un piccolo vano rappresenta una delle attività del percorso Termale

Un dialogo tra scene mitologiche e realistiche

Una corsa di Quadrighe, ambientata nel Circo Massimo di Roma, collega la villa alla città centro del potere

Un microcosmo organico: la struttura della villa

La cattura di animali selvaggi per i giochi dell’Anfiteatro Romano

L’apoteosi di Ercole