La Neàpolis

L’ara di Ieróne II: luogo di sangue e di fuoco

L’altare, secondo la testimonianza dello storico Diodòro Siculo, fu innalzato da Ieróne II nei pressi del teatro ed era lungo quanto uno stadio olimpico, come dimostra il basamento roccioso, grande quanto mezzo campo da calcio, che ancora oggi è possibile ammirare. Resti ara Ierone
Ai lati nord e sud, erano posti due ingressi simmetrici con rampe che conducevano a una piattaforma superiore. L’ingresso alla rampa nord era affiancato da due telamóni . I telamoniAttraverso le rampe venivano condotti gli animali da sacrificare, mentre i fedeli salivano da un lato e scendevano da quello opposto, dopo aver offerto il proprio tributo alla divinità.
A ovest dell’altare si apriva una grande piazza rettangolare circondata su tre lati da un porticato. Al centro del piazzale era presente una vasca che recava al centro un basamento, forse destinato a reggere una statua.
Gli archeologi hanno ipotizzato che questo altare fosse dedicato a Zeus Euletherios. Come raccontò Diodòro Siculo, dopo la cacciata nel 466 a.C. dell’ultimo dei tiranni, Trasibulo, i siracusani eressero una colossale statua dedicata al dio, in onore del quale vennero celebrate le feste delle Eleuthèrie , collegate alla liberazione della città dai nemici.

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