L’Akragas greca prima, e l’Agrigentum romana poi, costituì per secoli una potenza conosciuta in tutto il bacino del Mediterraneo, segnalata ai navigatori dalla cinta di templi dorici che, tuttora, abbraccia la parte meridionale della città.
La Sicilia tutta, grazie alla sua posizione così favorevole al centro delle rotte commerciali, ha visto svilupparsi sul territorio personalità e dinastie che facevano tesoro di questa particolare connotazione dell’isola, sfruttandola per l’accrescimento del potere personale e traendone ricchezze per la costruzione di sontuose abitazioni.
A Palermo, fuori dalle mura dell’antica città, è ancora possibile visitare il palazzo della Zisa, concepito come dimora estiva del re normanno Guglielmo I nell’XI secolo, grandioso connubio tra architettura normanna e ingegneria araba.
A Ragusa, invece, è presente il Castello di Donnafugata, la cui prima costruzione si fa risalire ai Conti di Modica del XIV secolo, ma trasformato in castello neogotico nel corso dell’Ottocento per volere del Barone Corrado Arezzo. Ancora più dei fastosi ambienti interni, desta stupore il giardino, un parco di 8 ettari che ospita, perfino, un labirinto costruito con muretti a secco che venivano ricoperti da piante di rosa. Infine, per tornare a ritroso a tempi più vicini a quelli della nostra Agrigentum, la Villa Romana del Casale di Piazza Armerina. Probabilmente appartenuta ad un esponente dell’aristocrazia senatoria romana o, secondo alcuni studiosi, costruita e ampliata su diretta committenza imperiale, può considerarsi uno degli esempi più significativi di dimora di rappresentanza, rispetto ad altri coevi dell’Occidente romano. L’alto profilo del suo committente viene celebrato, in modo eloquente, negli ornati musivi che attraversano ambienti di carattere pubblico e privato.