Nei tempi antichi, quando i navigatori passavano davanti ad Akragas, dovevano rimanere estasiati e colpiti. Nella cinta di templi che abbracciava la città, di per sé sbalorditiva, ce n’era uno, di dimensioni colossali, che svettava su tutti.
I colori brillanti della struttura, rosso, bianco e azzurro, ne aumentavano l’immensità.
Non vi era alcun dubbio: doveva essere il tempio dedicato a Zeus Olimpio, re di tutti gli dei.
Se si osservano i telamóni di Akragas, non è difficile notare che queste enormi statue erano composte da più blocchi di pietra sovrapposti.
Nei tempi antichi questo non era così evidente: in origine, si poteva far scivolare la mano su queste mastodontiche sculture e avvertire, a malapena, il passaggio da un blocco all’altro, tanto erano precise le rifiniture realizzate dagli artigiani.
Oggi, al contrario, molti particolari sono andati perduti, lasciando la pietra corrosa e arrotondata alle estremità.