Il Belvedere dell'Etna

Il monitoraggio vulcanico e la previsione delle eruzioni

Allo stato attuale della tecnologia, non è possibile prevedere con largo anticipo e con certezza se, come, dove e quando avverranno le eruzioni. Il monitoraggio in aree vulcaniche, che in Italia è svolto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, è basato su strumenti e studi interdisciplinari comprendenti varie branche della geologia.
Ecco, quindi, che ai “classici” sismometri , il cui costo oggi ridotto permette di averne a decine in diversi punti del vulcano, si aggiungono quelle strumentazioni in grado di misurare il flusso di gas emesso dal vulcano e la loro composizione chimica.
Altri strumenti, posizionati in punti strategici del vulcano, sono in grado invece di misurare eventuali “rigonfiamenti” dell’edificio vulcanico.
Negli ultimi anni si sono, inoltre, aggiunte tutte quelle tecniche legate all’utilizzo dei satelliti che, anch’esse, riescono a vedere dilatazioni o contrazioni dell’edificio vulcanico con precisione e nell’ordine del centimetro. L’unione di tutte queste tecniche e tecnologie, a cui se ne aggiungono ulteriori, unite alla statistica degli eventi eruttivi pregressi, porta ad avere una indicazione piuttosto attendibile di quali possano essere le cosiddette “soglie di allerta” di un vulcano.
Queste soglie non sono altro che dei numeri, relativi ad ogni strumentazione, che, una volta superate, variano lo stato di allerta a partire dal colore verde, che indica inattività con normale degassamento, al colore giallo di attenzione, fino a quello arancione/rosso di pericolo e probabile attesa eruzione.
Tuttavia, ancora non si ha una statistica dei casi eruttivi tali da poter affermare che “certamente” avverrà una eruzione.
Ci sono stati tantissimi casi negli ultimi venti anni in cui si è arrivati allo stato di allerta, senza però avere alcuna eruzione. Ecco perché la ricerca di base e il monitoraggio vulcanico sono, tutt’oggi, fondamentali per comprendere quali siano le dinamiche che portano ad una eruzione, al fine di arrivare ad avere, in un prossimo futuro, una idea chiara su come pre-annunciare una eruzione in un dato sistema vulcanico.

La continua evoluzione dei Crateri Sommitali Etnei

I Malavoglia

I sensi raccontano il Belvedere dell’Etna

L’eruzione del 1928 che distrusse il paese di Mascali

Il fiume Aci

Un insieme faunistico ancora tutto da scoprire

La Val Calanna, il primo passo verso un unico grande edificio vulcanico

Il monitoraggio vulcanico e la previsione delle eruzioni

Perché l’Etna si è formato proprio in quella posizione geografica?

L’attività dei Crateri Sommitali tra il 2011 e il 2019

I sensi raccontano Acicastello ed Acitrezza

L’Ellittico, il primo grande vulcano Etneo

L’eruzione del 1669 a Catania

Il sistema di faglie delle “Timpe” di Acireale

L’eruzione del 2001 dell’Etna, dove l’approccio con i vulcani è cambiato

I sensi raccontano i Crateri Sommitali

I sensi raccontano la Val Calanna

I sensi raccontano Acireale

I diversi nomi della “Muntagna”

L’Isola Lachea e i Faraglioni di Acitrezza

Etna, terroir vinicolo d’eccellenza

Il terremoto che cambiò la geografia della Sicilia orientale nel 1693

L’Etna: un meraviglioso insieme di microclimi e di vegetazione

Etna, la montagna vivente

Le “tacche” della neve

Acireale e la ricostruzione dopo il terremoto del 1693

Un Vulcano in continua evoluzione

Acireale e le sue “timpe”

Il Belvedere Etneo

La Valle del Leone e l’Ellittico

Torre del Filosofo: alla base dei Crateri Sommitali (2950 metri)

I sensi raccontano la Valle del Leone

Le prime manifestazioni vulcaniche Etnee tra Acicastello ed Acitrezza

Empèdocle e la sua passione per l’Etna

I Monti Rossi e la distruttiva eruzione del 1669

I sensi raccontano Torre del Filosofo

I sensi raccontano i Monti Rossi

Il Grand Tour in Sicilia

L’uomo e il vulcano: come comportarsi? Il rischio vulcanico