restauri

I primi restauri si datano intorno al XIV, durante il periodo aragonese dal momento che si conservano due iscrizioni, collocate sotto le finestre della navata laterale nord.
La rprima iscrizione riporta la data 1344/45 e fa menzione della moglie di Pietro II, la regina Elisabetta, come sovvenzionatrice dell’opera; la seconda richiama re Luigi e Orlando de Brunello, quest’ultimo all’epoca Cantore della Cappella Palatina.
Probabilmente questi mosaici si riferiscono alla parete del soglio reale. Nel XV secolo i restauri proseguirono con re Giovanni nella navata laterale nord, testimoniati da un’iscrizione datata 1460 con lo stemma e il nome del sovrano. E continuarono per anni interessando anche la navata laterale sud e parte della centrale.
Sempre all’epoca di re Luigi un documento del 24 gennaio 1472 riferisce un pagamento al maestro marmoraio Domenico Cangemi, identificato dallo storico dell’arte Gioacchino di Marzo con Domenico Gagini. Testimonianza di ciò potrebbe essere la raffigurazione della cupola di Brunellschi, di cui Domenico era allievo, nella scena di Pietro che resuscita Tabita. Nel XVIII nuovi restauri coinvolsero l’artista Leopoldo del Pozzo nel 1719; Mattia Moretti nel 1753; Cardini dal 1779. La campagna di Moretti e Cardini terminò nel 1783.
Nel 1838 con Ferdinando II furono intrapresi nuovi rifacimenti che interessarono l’ornamentazione musiva degli intradossi delle finestre della navata.
Dal 1857 i lavori interessarono il colonnato settentrionale della navata centrale, mentre tra il 1884 e il 1896 il Patricolo finanziò i mosaici del Presbiterio.
Gli interventi più recenti sono quelli che si protrassero dal 2004 al 2008, finanziati dal gruppo Würth.