Percorso B
Piazza Armerina
Udito

[4] Sonorità della caccia

La prima scena è così ben rappresentata nei particolari, che si ha l’impressione di sentire l’incedere dei cani sul terreno boschivo dai colori digradanti e i passi dei cacciatori farsi strada tra i cespugli, simili alle agavi. Poco distante si sente lo stridio di un falco posato sulla spalla di un uccellatore, nell’attesa di prede visibili, mentre un vivace crepitio proviene dal braciere di un’ara in cui stanno bruciando resine e incensi per il sacrificio campestre davanti ad una statua di Diana, divinità della caccia. Al di sotto, la rappresentazione di una colazione all’aria aperta sembra animata dalle voci dei commensali e dal calpestio degli zoccoli dei cavalli, messi a riposo sotto le fronde degli alberi.
Dopo il riposo, la battuta di caccia riprende nelle scene sottostanti. Il respiro di un segugio, dal manto scuro, diventa affannoso. Esso ha le fauci spalancate nel tentativo di afferrare una volpe, prima che scompaia tra le rocce e una lepre, al contempo, si nasconde in un cespuglio provocando un forte fruscio delle foglie.
Il paesaggio delle scene sottostanti è meno florido e i passi dei cacciatori e dei loro destrieri si fanno più sordi. La terra battuta attutisce il galoppo di tre cavalli, cavalcati da cavalieri all’inseguimento di tre grandi cervi, ormai, destinati ad impigliarsi, con le lunghe corna, tra le maglie di una larga rete. In una parte di terreno paludoso si ode stridere un cinghiale, ormai braccato da cani e cacciatori, dopo aver ferito un uomo disteso a terra con la sua lancia spezzata.