Il bosco che circondava la villa, oltre ad essere un luogo di otium indicato per le battute di caccia del dominus e della sua famiglia, custodiva una rigogliosa vegetazione composta dalle più svariate specie arboree di cui, ancora oggi, grazie a specifiche ricerche, si sono trovate utili testimonianze.
Esse sono, realisticamente, rappresentate nel mosaico pavimentale di questo ambiente e, andando a ritroso nel tempo con la mente, ci sembra di poter percepire il profumo caramellato dei lecci e quello aromatico dei frutti del carrubo e dei ginepri. L’odore intenso di resine e di incensi, bruciati sull’ara, al cospetto dell’effige di Diana, si propaga nell’aria quasi a voler sottolineare l’importanza del rito propiziatorio che accompagnava l’arte venatoria. La scena che occupa la parte centrale del mosaico trasmette, a chi osserva, la quiete del banchetto all’aria aperta intrisa di odori speziati provenienti dalla mensa a cui si aggiungono quelli, altrettanto gradevoli, delle vivande contenute nelle ceste.