Protomi

La protome è un termine, che deriva dal greco, utilizzato in archeologia a partire dal XIX secolo.
Con tale vocabolo si intende la raffigurazione, molto diffusa nell’arte antica, della parte anteriore, comprensiva di testa e collo, di un animale o di un uomo, anche se, per quest’ultimo, rappresentato in casi sporadici. La presenza di un notevole numero di protomi animali raffigurate nei mosaici pavimentali del peristilio della Villa romana del Casale è, sicuramente, legata alle scene che animano gli ornati musivi di altri ambienti, come le catture di animali selvaggi nell’ambulacro biabsidato detto “Corridoio della grande Caccia”, oppure può ricollegarsi alle battute di caccia della sala dell’appartamento privato, detta della “ Piccola Caccia” e quindi a trofei.
Una ulteriore ipotesi, avanzata dagli studiosi, è che il mosaico del Peristilio rappresenti delle maschere e che si possa ricollegare anche alla cerimonia che occupa la parte centrale del Vestibolo, forse riferibile ad una festa celebrata nel mese di gennaio, in cui nelle feste, soprattutto private, si utilizzavano travestimenti.
La direzione dei medaglioni, intrisi di vivo realismo, con volti di animali di diverse specie non è uniforme lungo l’ampio corridoio ma presenta un’inversione proprio davanti alle soglie del vestibolo, per evidenziare la presenza dei due diversi percorsi: privato e pubblico.