Giovanni Tuccari, il pittore che affrescò la volta della chiesa, fu nominato “fulmine della pittura” per la sua velocità esecutiva.
In effetti, impiegò poco tempo per dipingere una superficie così estesa, ma utilizzò una tecnica ripresa da alcuni autori del Settecento che avevano la sua stessa esigenza.
Da una distanza di poco meno di venti metri, i disegni sembrano molto elaborati: in realtà si tratta di grandi pennellate affiancate in modo da creare effetti ottici; i colori si presentano alcune volte più sfumati rispetto ad altre, in cui risultano interrotti più bruscamente.
Una sorta di tecnica impressionista usata in anticipo rispetto ai tempi.